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Le partite animate precedenti


LE PARTITE ANIMATE PRECEDENTI

 

Questa “miniatura” è stata giocata a Vienna verso il 1920 fra certi Kiejcik (bianco) e Takacs (nero). Lotta al centro campo e sortita, prematura, della Regina nera alla ricerca di pezzi da catturare.
Ma il Bianco gli prepara un tranello e Takacs non può evitare che Sua Maestà venga divorata.
Conseguenza: abbandono.

 

 


 

Un incontro lampo giocato nel 1985 nel Colorado fra tali Genz (bianco) e Bohmer (nero).
Il primo conduce uno spregiudicato attacco dei pedoni centrali, sacrificando addirittura la Donna, ma riuscendo nella promozione del pedone a Regina e nel conseguente matto, assai brillante.

 

 


 

Giocata nel 2008 fra un certo “Agente Smith” (Bianco) ed un anonimo Nero. Quest’ultimo, che inizia un attacco di Donna sconsiderato, cade nella ben nota trappola, derivata da una variante della Difesa Francese.
La cattura della Regina, che si scopre a seguito dello scacco, porta al conseguente abbandono dopo solo 8 mosse.
Principianti scacchisti, attenzione!

 

 


 

Ecco l’ennesima “miniatura”, una partita che si conclude dopo solo 6 mosse…
È stata giocata nel 1981 fra lo scacchista e titolare di un noto blog Bill Wall (con il bianco) ed un certo Dan Ferens (con il nero).
I contendenti cercano di conquistare il centro della scacchiera, ma basta che il nero sviluppi il suo cavallo nella casella sbagliata, che si “becca” un matto affogato!

 

 


 

Incontro veramente appassionante, anche osservato con i movimenti accelerati, che vi consigliamo di rivedere più volte. Spasski cerca di sfondare sul lato di Donna. ma Petrosian, con l’avanzata inesorabile dei suoi pedoni sul lato di Re e mediante il sacrificio di una torre, sfascia l’arrocco del suo avversario, blocca l’attacco sulla sua destra e schiaccia letteralmente il Re nemico che, vista la minaccia di matto da parte della restante torre, non può che abbandonare.

 

 


 

Vi presentiamo una breve miniatura giocata in Danimarca nel 1968. Il Bianco si chiamava Christiansen, il Nero (vincitore) Hansen.
Può essere classificata con il nome di gambetto di alfiere.
Il Bianco avanza con pedoni ed alfiere, il Nero contrattacca con la Regina e Christiansen non si accorge di un matto elementare che fa terminare bruscamente l’incontro.
Come al solito, non imitate questo giocatore!

 

 


 

Abbiamo trovato questa “miniatura” su di un sito giapponese, il quale espone numerosi “disastri” che i giocatori di scacchi debbono evitare.
Viene chiamata la “difesa dai due cavalli” ed ha avuto veramente luogo da qualche parte in Europa fra un certo O’Brien (bianco, veramente una schiappa) ed il vincitore, col nero, Lauer Smith.
È durata solo 6 mosse!
Per la sua ingordigia il Bianco tenta la solita “forchetta” del Cavallo a Regina e Torre, ma non si accorge che la Regina avversaria, fingendo solo la fuga, si piazza in un posto ove, con l’aiuto del proprio equino, può dare un “matto” sensazionale…
Succede, ma non dovrebbe succedere!

 

 


 

Anche questa è una “miniatura”, una sfida cioè che si conclude dopo poche mosse.
È stata realmente giocata a Frieberg nel 1892 fra un certo Hartlaub ed un non meglio identificato (meglio così) Rosenbaum.
Le prime mosse sembrano una normale apertura, ma subito scatta la trappola che mette fine all’incontro dopo solo 6 mosse.
Esempio certo da non seguire…

 

 


 

Stavolta vi presentiamo una “miniatura”, cioè un incontro che si è concluso in poche mosse.
La sfida si è tenuta nel 1984 fra un certo Mogusar (Bianco) e Trippe (Nero). Si tratta di un gambetto accettato.
Il Nero sacrifica la Regina e matta in solo 6 mosse, una svista che potrebbe capitare a diversi giocatori…
Continuate a seguirci ed imparerete almeno come NON giocare!

 

 


 

LA PARTITA IMMORTALE DI ANDERSSEN

Chi era il tedesco Adolf Anderssen? Un esperto in matematica, inviato dalla Germania a competere con il grande Staunton durante l’Esposizione Universale di Londra del 1851. Ebbene questo genio teutonico (aveva cominciato gli scacchi a 9 anni) riuscì a battere il campione inglese per 4 a 1.
Più tardi Anderssen incontrò il francese Kiesermzky e la loro partita, riprodotta a lato e chiamata “l’Immortale”, è una delle più belle mai giocate. L’apertura è un gambetto di Re. Come usuale all’epoca l’incontro è un susseguirsi di attacchi sensazionali, con una Regina che penetra in campo avversario e rischia di non uscirne più e con trappole e scambi spettacolari.
Anderssen, col Bianco, culmina il suo attacco con uno stupendo sacrificio di Regina. Egli era rimasto con solo 3 pezzi minori, mentre il Nero ne aveva ben 7 ma non molto coordinati fra loro, il che causa la sua sconfitta finale.
Anderssen è considerato come uno dei migliori rappresentanti della scuola di scacchi detta “romantica”, che resistette fino al 1870 all’arrivo del gioco scientifico.

 

 


 

In onore del neo Campione del Mondo Vladimir Kramnik presentiamo la partita da lui giocata, col nero, contro il grande Kasparov nel 2000, che valse al russo Vladimir il titolo mondiale contro il conterraneo Garry.
Kramnik era stato il pupillo di Kasparov, e questo aiuta a capire perchè quest’ultimo (ora ritiratosi a godersi la sua fama ed i suoi milioni) non giocò al meglio della forma ed accettò di buon grado la sconfitta.
Un’altro motivo fu lo stato d’animo di Kasparov, che stava combattendo, non sulla scacchiera ma in tribunale, una battaglia legale contro la sua prima moglie.
L’apertura viene classificata come “partita catalana” e Kasparov, pur avendo il bianco, subisce l’iniziativa del suo avversaro, il che lo porta ad una posizione svantaggiata e all’abbandono.

 

 


 

Giocata in Germania durante una esibizione in TV (eh, si: i tedeschi amano il Nobil Giuoco) questa partita vede Kramnik (uno dei contendenti nella prossima riunificazione del campionato mondiale) contro l’ex bambina prodigio Judit Polgar, tuttora una delle più brillanti, anche dopo l’assenza per maternità.
Il Russo è più attivo e “schiaccia” progressivamente la sua avversaria ungherese, costringendola all’abbandono.
Godetevi le ultime mosse in “forcing” di Vladimir… è stato detto che su questo incontro potrebbe scriversi un libro intero.

 

 


 

L’incontro è stato giocato a Belgrado nel 1995.
Il campione russo Kramnik, con il nero, riesce a sconfiggere il serbo Ljubojevic, applicando la variante “Pelikan” della nota apertura Siciliana. Brillante la condotta di gara del Nero, che ad un certo punto ignora del tutto la minaccia al suo cavallo rimasto scoperto in c6 (ma l’avversario non lo cattura, perchè entro poco tempo ci sarebbe stato matto forzato a suo svantaggio).
Poco dopo comunque il bianco, in inferiorità posizionale, è costretto ad abbandonare.

 

 


 

Il vecchio Lasker (66 anni) dopo esser stato campione mondiale per 27 anni si era ritirato dalle competizioni. Nel 1934 partecipò ad un torneo solo perchè aveva bisogno di soldi per fuggire dalla Germania nazista. Questa partita marca il suo capolavoro contro l’olandese Euwe, più tardi campione mondiale anche lui.
Si comincia con un gambetto di donna, cui seguono vivacissimi scontri e scambi come era costume dell’epoca (ai nostri giorni il gioco è generalmente assai più ponderato e chiuso).
Lasker, anche mediante un brillante sacrificio di Regina riesce a distruggere l’arrocco avversario e lo costringe ad abbandonare.

 

 


 

Conosciamo i protagonisti di questo incontro soltanto con i nomi di Jean G. (bianco) e Patrick B. (nero, buon per lui che resta sconosciuto).
L’apertura è una difesa francese; dopo alcune schermaglie al centro la regina nera passa all’attacco ma, senza alcun appoggio, è costretta ad avanzare fino alla seconda traversa, circondata da numerosi avversari. Qui è obbligata a catturare una torre e viene presa, non avendo via d’uscita! Quando poi anche un cavallo nero è minacciato, il povero Patrick è costretto ad abbandonare. Una catastrofe in sole 12 mosse!

 

 


 

Nel 1858 il Duca di Brunswick ed il Conte Isouard invitarono il famoso Maestro americano di scacchi Paul Morphy ad una serata all’Opéra di Parigi. Prima dell’apertura del sipario essi lo invitarono anche a giocare una partita. Il campione di New Orleans era in verità più interessato a godersi il melodramma, ma per cortesia non poté rifiutarsi.
I suoi ospiti gli dettero il bianco e si consultarono prima di ogni mossa del nero. Paul Morphy giocò velocemente, per non perdersi lo spettacolo. In sole 17 mosse, e con brillanti sacrifici, dette “matto” ai suoi avversari, confermando con ciò che due mediocri giocatori non aumentano il loro talento se uniscono i loro sforzi e che un veloce sviluppo dei pezzi è sempre meglio della conquista di qualche vantaggio minore.
Godetevi questa celebre “Partita dell’Opéra” (difesa Philidor).

 

 


 

Vi presentiamo oggi l’incontro tenutosi nel 1936 fra Koltanowski (bianco) e Defosse (nero). Dopo le prime schermaglie ambedue i giocatori arroccano, dando la sensazione che la partita durerà parecchio. Così non è, perchè il Bianco sacrifica ben due alfieri per infrangere il riparo del Re nero. Defosse osa un estremo contrattacco e si spinge nell’alcova del sovrano Bianco con uno dei suoi alfieri, ma è troppo tardi. Il suo Re nero, con la difesa dei pedoni distrutta, minacciato da Regina e Torre avversarie, è costretto ad abbandonare!

 

 


 

Un accanito incontro giocato fra Nigel Short (bianchi) e Garry Kasparov (neri) a Londra nel 1993.
Ricalca lo schema iniziale della “Siciliana”.
Assistiamo ad un sacrificio di pedone da parte del russo ed ai conseguenti scambi e massacri in ambedue gli schieramenti.
L’inglese, pur essendo in svantaggio, continua caparbiamente il suo gioco e dà quindi a Garry l’occasione di arrivare fino al “matto” finale.

 

 


 

Stavolta l’apertura è quella della “partita di pedone di Donna”, giocata spesso e volentieri. I contendenti sono Nimzovich (bianco) e Tarrash (nero) e l’incontro si svolge a San Pietroburgo nel 1914.
I pedoni di ambedue gli schieramenti fanno manovra e per qualche mossa nessun pezzo viene catturato. Poi il nero comincia a semplificare: contrariamente alla norma, che vedrebbe il bianco attaccare (avendo la prima mossa) egli è molto più attivo nel suo sforzo di distruggere l’arrocco dell’avversario.
Tarrash sacrifica od offre ben 2 alfieri per stanare il re bianco e costringerlo ad una lunga fuga verso l’alto della scacchiera, dalla prima alla settima traversa.
Qui, esausto, Nimzovich abbandona.

 

 


 

Ancora un’altra battaglia piena di vivacità e di sorprese.
È quella giocata a Vilnius nel 1949 fra Valentin Kirilov (Bianco) e Semion Furman (Nero).
L’apertura è quella che viene chiamata “Ruy Lopez”, dal religioso spagnolo che l’utilizzava. Da noi spesso si definisce soltanto “La Spagnola”.
Il Nero sacrifica ben due alfieri e poi una torre per sfasciare l’arrocco del Bianco e penetrare la sua difesa.
Quest’ultimo non si accorge di nulla e continua fino alla fine, finché il suo Re viene stretto nell’angolino… Scacco matto!

 

 


 

Questa è la celebre partita fra Lasker (col Bianco) e Bauer, giocata ad Amsterdam nel 1889.
Secondo lo stile dell’epoca il gioco prevedeva scambi sensazionali e sacrifici incredibili: lo scopo della partita era sì vincere, ma anche stupire avversario e pubblico!
Qui assistiamo addirittura al doppio sacrificio di due alfieri, che permette al Bianco di “scassare” la fortezza dove il Nero si è asserragliato.
Lasker così potrà prima guadagnare la Regina e poi scambiarla con la torre avversaria, forte della superiorità dei suoi pedoni che costringe Bauer ad abbandonare!

 

 


 

Abbiamo trovato questo incontro su internet senza indicazione dei nomi degli sfidanti.
Si tratta di una difesa “Est indiana” dove il Nero comincia saggiamente ad arroccare.
Mediante una serie di scambi e di sacrifici questo stesso giocatore sfascia poi le difese del Bianco.
Il tutto culmina con l’offerta della Regina, che il Bianco d’istinto accetta senza accorgersi che il matto clamoroso è dietro l’angolo!

 

 


 

Presentiamo adesso una “miniatura” che utilizza la VARIANTE LOPEZ.
Giocatori: i non meglio identificati Georges e Bernard.
Con un attacco travolgente sul lato destro il bianco fa fuori la regina dell’avversario (il quale s’era fatta la falsa speranza di un cavallo vittorioso) e lo obbliga ad abbandonare alla decima mossa!

 

 


 

UNA “SPAGNOLA” INFUOCATA!

Vi presentiamo stavolta una partita fra due giocatori sconosciuti, di cui la Storia ha conservato solo i nomi: Renè e Jean-Pierre.
Il Bianco apre con una “spagnola”, sacrifica prima il Cavallo poi la stessa Regina e da scacco matto in sole 12 mosse… godetevi questa miniatura!

 

 


 

Fischer contro Spassky nella famosa sesta partita del 1972, una delle più famose nella storia degli scacchi.
Lo stesso Spassky alla fine della partita ha applaudito il giovane talento americano…

 

 


 

Guardate la folle corsa del re nero!
Una deliziosa animazione fino all’inevitabile scacco matto.
Il diagramma è inventato, ma una caccia all’uomo simile potrebbe accadere sulla scacchiera e nella vita…

 

 


 

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