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Febbraio 23 2006 | Scacchi strategia
VI – La colonna aperta e perdita di tempi
Ricostruendo le partite proposte il lettore si sarà già reso conto della importanza di occupare una colonna aperta. Essa è come un’autostrada che porta dritto in territorio nemico.
In concreto il vantaggio del controllo di una colonna aperta (per semiaperta, abbiamo già avuto occasione di dire che si intende una colonna dove è posto un pedone di colore contrario) risiede in più fattori. Innanzitutto c’è il vantaggio generico di avere a disposizione più spazio, dove più spazio si traduce in più mosse possibili ed è noto che più mosse si hanno a disposizione più se ne hanno di buone. Ma il vero vantaggio risiede nella possibilità di trasformare il controllo verticale in orizzontale con l’occupazione della settima traversa, dove in genere è allineato il maggior numero di pedoni, o dell’ottava, la traversa del Re.
La settima traversa
Si consideri questa posizione:
Il vantaggio del Bianco è chiaro. La Torre in settima esercita una pressione su tutto lo schieramento nero: non può essere scacciata dal Re e inchioda la Torre avversaria alla difesa del Pb7.
La partita che segue è un classico esempio dei danni che una Torre in settima può provocare in centro partita.
Una partita memorabile! Dopo una partita così complicata eccone un’altra di una semplicità disarmante. La semplicità era la peculiarità di Capablanca che sembrava vincere le partite facendo uso di mosse lapalissiane. Nella partita che segue non sembra accadere nulla, i cambi si succedono ai cambi, eppure il Bianco è costretto alla resa dopo appena 23 mosse.
Presento la partita senza commenti; il lettore vi riconoscerà, oltre al tema in esame (colonna aperta e sfruttamento della settima traversa), anche un tentativo di attacco di minoranza del Bianco (15.a4 e 19.Tfb1) frustrato dalla semplice mossa di Capablanca 20…a6 (21.a5 b5!).
Debolezza dell’ottava traversa
Nella fase finale della partita Bernstein-Capablanca abbiamo già avuto modo di renderci conto a quali tatticismi può portare un’ottava traversa non sufficientemente protetta quando il Re sia privo di case di fuga in settima.
Per finire una partita del grande Alekhine che, consolidata la conquista di una colonna spinge addosso all’arrocco avversario i pedoni per indebolire l’ottava traversa.
Il punto d’appoggio
Chi ha il tratto, supponiamo il Bianco, può, sfruttando il “punto d’appoggio” in f5, forzare la conquista della colonna o, a scelta dell’avversario, la formazione di un pedone passato. La semplice m,anovra è 1.Tf5. Se il Nero cambia le Torri il Bianco si trova con un pedone passato in f5 (è ovvio che il Bianco deve stabilire prima se il pedone passato sia forte o debole), se il Nero non cambia il Bianco alla mossa successiva gioca 2.Taf1 e conquista una colonna aperta.
In altri termini il punto d’appoggio è un caso particolare di casa, debole nello schieramento nemico, che viene sfruttata per raddoppiare le Torri su una colonna aperta.
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