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Ascoli Piceno, il perchè di una medaglia

IL PERCHÉ DI UNA MEDAGLIA

 

Ciampi appunta la Medaglia d’Oro
al Gonfalone di Ascoli Piceno

 

25 Aprile 2002 – Il Presidente della Repubblica concede la medaglia d’oro al valor militare per attività partigiane al Gonfalone della nostra bella Ascoli.

1943 – Il sanguinoso conflitto in corso sui diversi scacchieri del mondo entra nel finale. In Italia i contendenti manovrano come in una gigantesca partita di scacchi. Il Re, minacciato di matto, fugge.

In Ascoli, dopo l’8 settembre, militari e civili fronteggiano le truppe germaniche che tentavano di occupare la nostra città e riescono a respingerle. Gli antifascisti si arroccano sul Colle San Marco, che i tedeschi attaccano il 2 ottobre.
I giovani italiani erano poco e male armati, mentre i nazisti costituivano uno dei più potenti eserciti della storia.

I partigiani che non furono uccisi sul posto vennero presi prigionieri e fucilati poco dopo; una sezione del nostro cimitero è dedicata ai martiri della Resistenza e la commozione ci prende quando vediamo le tombe e le foto di studenti, professionisti ed operai appena usciti dall’adolescenza.

Ascoli fu dunque una delle prime città ad insorgere contro i nazisti, pagando un alto prezzo per l’amore dei suoi abitanti per la libertà e l’indipendenza.

Sessanta anni sono passati; c’è chi vorrebbe rivedere la Storia e chi invece suggerisce di dimenticare… Solo recentemente sono stati ricordati i “meriti partigiani” per la motivazione della medaglia d’oro che appare su carta intestata e manifesti.

Il Capo dello Stato ha detto:

“… dopo l’8 settembre, ci fu la Resistenza attiva di chi prese le armi in pugno, partigiani, soldati, militari che seguirono l’impulso della propria coscienza; ci fu la Resistenza silenziosa della gente, dei cittadini che aiutarono, soccorsero feriti, fuggiaschi, combattenti, esponendosi a rischi elevati. Ci fu la Resistenza dolorosa dei prigionieri nei campi di concentramento, di chi si rifiutò di collaborare…

…questa medaglia oggi ricorda ai nostri giovani il desiderio di riscossa che animò gli italiani in quella tragedia e che trovò conclusione con la nascita della Repubblica, con la promulgazione della Costituzione”.


 

 


 

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